Il Piano Nazionale di contenimento dei consumi di GAS NATURALE
Il conflitto tra Russia e Ucraina, tenuto conto dell’importante ruolo svolto dal gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale di gas naturale (circa il 40% nel 2021, con 29 miliardi di Smc su 76 miliardi di Smc di gas consumati), ha posto la necessità di adottare misure d’urgenza per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali. Tali misure, adottate immediatamente a ridosso dello scoppio del conflitto, sono state volte prioritariamente a: a) assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023, considerate la rilevante funzione dello stoccaggio nella copertura dei fabbisogni nazionali di gas nel corso dell’inverno e le ripercussioni in caso di anticipata interruzione di flussi dalla Russia in termini di mancato o insufficiente riempimento; b) diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.
L’insieme di questi interventi, normativi e regolatori, e la risposta degli operatori coinvolti hanno consentito di raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di circa 83%. Tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno.
Perciò, Il Ministero della Transizione Ecologica (Mite) ha recentemente varato il Piano Nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale con l’obiettivo di ridurre potenzialmente i consumi di gas per 5,3 miliardi di metri cubi, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di metri cubi di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di metri cubi di gas).
(vedasi il sito:
Va da se che una maggior responsabilità individuale, per ciascuna famiglia, nei consumi non potrà che essere necessaria affinchè i propositi del Piano vadano a buon fine.
Di seguito ecco cosa prevede il Piano, e quali sono le raccomandazioni per la sua buona riuscita alla luce della situazione internazionale attuale.
Innanzitutto, per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, il Piano Nazionale
prevede una riduzione di 15 giorni dei termini di esercizio degli impianti termici, difatti l’accensione dei riscaldamenti verrà posticipata di 8 giorni mentre lo spegnimento degli stessi verrà anticipato di 7 giorni. Sempre in relazione alla durata di accensione, verrà ridotta di 1 ora anche quella giornaliera.
Inoltre sarà ridotta di 1°C la temperatura interna degli edifici. Difatti, nel settore domestico la temperatura da rispettare sarà di massimo 19°C, mentre per quanto concerne gli uffici, il settore del commercio e quello delle imprese la temperatura da rispettare sarà di 17°C. Saranno comunque previsti 2°C di tolleranza in meno o in più.
Saranno esenti le utenze sensibili (ospedali, RSA, luoghi di cura).
Per quanto concerne le misure comportamentali, il Piano si occupa anche di promuovere e sensibilizzare i singoli sui comportamenti da seguire.
Tra i comportamenti da promuovere, ad esempio:
- riduzione della durata e della temperatura delle docce;
- l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo;
- riduzione del tempo di accensione del forno;
- utilizzo di lavatrici e lavastoviglie a pieno carico;
- limitare i tempi di accensione delle lampadine;
- non lasciare in stand by TV, decoder, DVD;
- spegnere o inserire la funzione a basso consumo del frigorifero quando si è in vacanza.